mercoledì 18 marzo 2009

INTERVISTA A CLAUDIO VACCARO

Riportiamo in versione integrale l’intervista che ci ha rilasciato l’esperto di comunicazione digitale Claudio Vaccaro.

Da molti anni ti occupi di internet e comunicazione digitale. Qual è stata la spinta che ti ha portato verso questo argomento? Pura curiosità o intuizione?

ll mondo digitale mi ha affascinato già da piccolo "tech-fan", sin dai tempi del Commodore 64 :) Poi quando Internet si è affermato come new media è stato amore a prima vista. Essendo un amante della comunicazione in tutti i suoi aspetti è stato naturale esplorarne gli ambiti digitali, che consentivano molta più libertà e molta più immediatezza. Mi sono sempre approcciato alla comunicazione come un artigiano che impara da solo e con l'esempio di altri: non c'è nessuna scuola che può insegnarti a fondo cos'è, a cosa serve e come si comunica su Internet. L'intuizione forse è stata questa: inventarsi una strada da soli, cosa che in altri ambiti non ti viene consentito.

Quali sono i cambiamenti che in questo periodo hai notato nel campo della comunicazione e le conseguenze che questi hanno avuto sull’informazione?

La domanda giusta da porsi oggi è: CHI FA informazione? La fanno ancora i giornalisti della carta stampata? O gli inviati speciali del Tiggì? Hanno dimostrato un equilibrio e un'indipendenza tale da giustificare la loro aurea di autorevolezza? Non credo. Sono "sul pezzo" e i primi a dare le notizie, prima degli altri? Non credo nemmeno. Un blogger dotato di telefonino UMTS in un teatro di guerra oggi può dare informazioni al mondo con la stessa rapidità di un giornalista della TV. La differenza sta solo nell'audience. Internet e i Social Media come sappiamo hanno da un lato disintermediato, dall'altro annullato i costi di produzione e distribuzione di contenuti e di merci. Di conseguenza da un lato viene stravolto il Mercato, dall'altro cambia il modo di informarsi e di fare informazione. TUTTI oggi possono fare informazione, con maggiori o minori capacità di condizionamento a seconda della qualità del contenuto che condividono e del loro livello di credibilità (che oggi fa rima con rilevanza di Google...passami la battuta). A fronte di questa situazione, i mass media e l'Informazione (quella con la I maiuscola) hanno due tipi di reazione: la prima è quella di screditare chi non ha (a detta loro) le carte in regola per fare informazione. La seconda è quella di sfruttare a loro vantaggio il potere che danno le nuove tecnologie e gli utenti della rete: quanti contenuti e news di giornali importanti ormai provengono da quel bacino gigantesco di opinioni e tendenze che è Internet?Per quanto sembri banale, siamo su una fase di passaggio. Nonostante il titolo provocatorio del mio articolo, giusto per far capire che mi smentisco volentieri, i Mass Media non sono morti, è morto il concetto. Probabilmente assisteremo (già si inizia a vedere qualcosa con la TV digitale e satellitare) a una loro graduale evoluzione che li porterà a ibridarsi sempre di più con la Rete e i contenuti che può fare emergere (Current TV ne è un esempio). Non ci dimentichiamo comunque che sono ancora i grandi gruppi editoriali planetari che si comprano la loro presenza in rete, e non viceversa.

Quali evoluzioni credi potranno avere le nuove tecnologie nell’ambito della comunicazione e che impatto prevedi avranno sui media tradizionali?

Parzialmente ho risposto nella domanda precedente, però se parliamo di fruizione di un contenuto comunicato, qui ho dei dubbi.
Nel senso che sicuramente il mobile mi consentirà di avere internet ovunque, tutto sarà connesso e tutto sarà fruibile ovunque io vada.
Ciò non toglie (e qui certe "profezie" mi fanno un po' sorridere) che io comunque vorrò godermi un bel film sul mio 45 pollici spaparanzato sul divano di casa e non in streaming su un telefonino in metrò. In questo le tecnologie non cambiano i bisogni, devono darti solo possibilità in più.
Secondo me c'è ancora molto da esplorare su device e interfacce: telefoni che consentono di fruire di contenuti superando il limite delle loro dimensioni (I-Phone è un esempio), TV che consentono agilmente di saltare da un media all'altro senza difficoltà (in questo campo il tentativo di Microsoft è per ora un flop). Parliamo da anni di Tv on demand, internet, radio e PC tutto su un unico device ma io ancora non ne ho visto uno semplice e a buon mercato. Quando ci sarà vera integrazione (fixed e mobile) nasceranno nuove opportunità sia di business sia per gli utenti.

Alcune correnti di pensiero vedono i social media come qualcosa di pericoloso e di ingestibile. Qual è la tua opinione al riguardo?

Certo che sono pericolosi e ingestibili i Social Media. Lo sono per chi ha paura di perdere il controllo sulle nostre scelte di consumo e quindi di non essere più perfetti e stupidi consumatori da Mass Media. I Social Media generano persone più informate e quindi, consumatori più consapevoli. L'esatto contrario di quello che certe aziende e certo establishment vorrebbe. Altre aziende e altri poteri che invece colgono il valore di questa rivoluzione si stanno a loro volta rivoluzionando e saranno gli unici capaci di stare in un mercato che gli sta cambiando sotto ai piedi.

A cura di Alba Angelucci

1 commento:

  1. Bella intervista, anche con le giuste provocazioni. Bel lavoro :)

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