sabato 4 aprile 2009

Ma allora da dove deriva il guadagno della sharing economy? (link alla traduzione italiana dell’articolo di Kevin Kelly)

Se tutto è condivisibile e gratuito, sorge spontanea la domanda: qual è la fonte di guadagno dei media sociali? La risposta di Kevin Kelly (link) risiede nel fatto che solo ciò che rimane non copiabile resta "vendibile" e dunque prezioso. Egli afferma che ad esempio la fiducia non si può copiare né comprare, bisogna guadagnarsela con il tempo. Non si può ancora, almeno per il momento, scaricare da internet o falsificare. Le sue considerazioni non terminano qui.

[...] Ci sono altri valori difficili da copiare, e quindi preziosi. Il modo migliore di esaminarli è partire non dal punto di vista del produttore, del costruttore o dell'autore, ma da quello dell'utente. Cominciamo con una semplice domanda: perché dovremmo pagare per qualcosa che possiamo avere gratis? [...]

Kelly individua otto categorie di valori non copiabili detti "generativi": si tratta di qualità che vanno generate, fatte crescere e coltivate.

1. Immediatezza: termine “relativo” che deve adattarsi sia al prodotto, sia al pubblico.

2. Personalizzazione: carattere che richiede uno scambio continuo tra autore e consumatore, tra erogatore e fruitore di un servizio

3. Interpretazione: oggi, nell'era dell'infobulimia, ciò che conta non sono più i contenuti diventati molto più facilmente accessibili, ma, la competenza relativa alla loro giusta interpretazione e al loro migliore utilizzo.

4. Autenticità: la copia, perde di valore proprio in quanto tale, proprio perchè non è l’originale

5. Accessibilità: la copia può non essere sempre o per sempre accessibile e dunque fruibile

6. Corporeità: qualsiasi copia digitale è incorporea, non permette le stesse emozioni e sensazioni garantite dall’originale

7. Mecenatismo: gli utenti sono disposti a pagare una cifra ragionevole indirizzata ai produttori del bene di cui fruiscono. Si tratta di rafforzare il legame produttore-fruitore evitando gli intermediari

8. Reperibilità: i grandi aggregatori come Amazon e Netflix hanno successo perché aiutano le persone a trovare quello che gli piace di più sfruttando la teoria della "coda lunga" che mette in contatto il pubblico di nicchia con gli autori di nicchia, inserendo entrambi in un sistema complesso.

Secondo Kelly questi otto valori richiedono nuove competenze, non relative alla distribuzione realizzata attraverso la "grande fotocopiatrice", ma piuttosto la consapevolezza che l'abbondanza alimenta la condivisione, che la generosità è un modello di business e che oggi è fondamentale coltivare e far crescere tutto ciò che non si può replicare con un clic. Il denaro, nell'economia della rete, afferma Kelly, non segue la strada della copia, ma quella dell'attenzione ai circuiti, dove la pubblicità non è l’unico modo x ottenere servizi gratuitamente.

Ilaria Maria Di Battista

Nessun commento:

Posta un commento