lunedì 23 marzo 2009

Intervista a Luca Valente

Riportiamo in versione integrale l'intervista rilasciata da Luca Valente.

1)Quanto tempo fa hai deciso di aprire un blog e di occuparti di questi temi?

Mediterranei ha quasi un anno ma la mia passione per internet e la comunicazione su web risale già ai tempi del mio primo Pentium. Nel privato, come negli studi o sul web, mi occupo di questi temi da tempo cercando di diffondere una “sana” cultura della rete che sappia contrapporre la competenza ai facili allarmismi che arrivano da media tradizionali o professionisti “incompetenti”.

2)Credi che la comunicazione digitale offra nuove prospettive alla futura generazione di giornalisti?

La comunicazione digitale non offre prospettive, è l’unica prospettiva possibile. Come ricorda Luca De Biase in un intervento di pochi giorni fa, il giornalismo non è la carta stampata, come si vuole far credere, e il suo destino non è legato a quello dei giornali. Internet è un supporto completo, in grado di veicolare l’informazione oltre ad offrire gli strumenti necessari per verificarne l’attendibilità e la veridicità. I lettori oggi sono più smaliziati e competenti. Leggono, confrontano, verificano le fonti in rete, discutono tra di loro, vogliono partecipare alla conversazione. La consultazione delle notizie diventa più selettiva e competente. L’informazione non può che trarne giovamento a patto che gli operatori di settore ne comprendano le potenzialità e sappiano stare al gioco.

3)Cosa pensi del fenomeno Facebook e della grande fortuna che stanno avendo i social network in genere, in questo momento?

I social network sono degli strumenti. Niente di più. La tecnologia non modifica la natura umana, semmai ne amplifica le potenzialità. Facebook ha realizzato in maniera esponenziale una necessità umana, la socialità. Se fino a ieri le possibilità comunicative erano legate alla presenza fisica, oggi possiamo conoscere nuove persone, possiamo interagire, condividere sentimenti o esperienze anche attraverso un computer. I social network online sono in fondo l’evoluzione tecnica di sistemi con cui le persone da sempre hanno cercato di mettersi in contatto o esporre la propria identità in modo più o meno filtrato, dal telefono, alle chat, ai forum.


4)Quali credi che siano i fattori principali che consentono un digital divide così forte?

L’assenza di infrastrutture è la causa principale dell’esclusione dall’accesso alla rete. La copertura del territorio dovrebbe rappresentare la condizione essenziale dalla quale partire per analizzare il problema anche da un punto di vista sociale o economico. E’ una questione di possibilità da realizzare e da garantire a chiunque. Se non si da una pallone ad un bambino non si può pretendere che possa giocare a calcio.

A cura di Corinne Cleri

Nessun commento:

Posta un commento